l'Astrofilo gennaio 2014

STELLE ASTROFILO l’ Si calcola che in tempi scala para- gonabili a quelli dei periodi orbitali delle due compa- gne di Fomalhaut A, ossia 10-100 mi- lioni di anni, le ma- ree galattiche pos- sano dominarne la dinamica e quindi possono essere sta- te più che sufficien- ti a produrre incon- tri ravvicinati fra le componenti. Quan- te volte ciò sia ac- caduto non è dato sapere, ma poiché quel complesso si- stema esiste da 440 milioni di anni non si possono esclude- re più passaggi rav- vicinati delle due stelle piccole al co- spetto di quella più grande. Può questo mec- canismo essere anche responsabile dell'as- senza di un disco attorno a Fomalhaut B? Questa domanda è destinata a restare al- meno per ora senza una risposta precisa. Forse il disco un tempo c'era ma essendo più piccolo è evoluto più rapidamente degli altri due dissolvendosi nel nulla. In attesa che future osservazioni (e simula- zioni al computer già avviate dal team di Kennedy) permettano di descrivere con maggiore precisione l'evoluzione passata del sistema di Fomalhaut, va sottolineata l'eccezionalità di quel sistema: esiste solo un altro caso noto di un sistema triplo che in- clude due dischi di detriti, quello di HD 223352/40, nel quale un disco circonda una coppia stretta di stelle, attorno alla quale orbita una terza stella a sua volta circondata da un disco. In questo caso però le condi- zioni sono meno estreme, sia perché il si- stema è molto più giovane (70 milioni di anni) e quindi i dischi più facili da rilevare, sia perché è più piccolo, estendendosi per 3000 unità astronomiche, contro le 158000 del sistema di Fomalhaut. quale si stima un'età di 440 milioni di anni, lo scenario è apparso meno astruso e hanno iniziato a prendere in considerazione la pos- sibilità che l'insolita luminosità della strut- tura possa dipendere da continue collisioni fra nuclei cometari, qualcosa di molto simile a quanto sta avvenendo nel disco di Fomal- haut A, anch'esso più brillante della media. Nel caso di quest'ultimo si dà ormai per certo che a contribuire alla luminosità del disco sia il continuo scontro fra comete, con relativo rilascio di materiale volatile. Se i due dischi condividono le medesime vicende e se, come sembra, anche quello di Fomalhaut C è “in- spiegabilmente” ellittico, potrebbe prospet- tarsi un'unica soluzione a tutte le questioni che quelle strutture hanno sollevato. Baste- rebbe infatti che le stelle del sistema abbiano vissuto uno o più incontri ravvicinati per giu- stificare la deviazione dei dischi da una forma circolare e l'innesco di un'attività col- lisionale al loro interno. In questo processo possono avere un ruolo non secondario le maree galattiche, che divengono più inva- denti per orbite molto larghe, come appunto quelle del sistema triplo in questione. L e tre stelle del sistema di Fo- malhaut, indicate nelle loro reali po- sizioni in cielo. La “B” è l’unica senza disco, mentre la “C” ne ha uno piuttosto debole ma con importanti caratteristiche in comune con quel- lo della “A”. Gli astronomi riten- gono che la forma ellittica dei due di- schi e la posizione decentrata delle due stelle siano conseguenza di forti interazioni gravitazionali ori- ginate da passaggi ravvicinati fra le stelle del sistema. [G.M. Kennedy, (Cambridge) & Paul Kalas (UC Berkeley)] n

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