l'Astrofilo novembre-dicembre 2025

6 NOVEMBRE-DICEMBRE 2025 ASTRO PUBLISHING che si affievolisce per un breve periodo men- tre un pianeta in orbita le passa davanti. Per tenere conto della possibilità che un se- gnale specifico sia cau- sato da qualcosa di di- verso da un esopiane- ta, la maggior parte dei candidati deve es- sere confermata da os- servazioni di follow-up, spesso utilizzando un diverso telescopio, e questo richiede tempo. Ecco perché c’è una lun-ga lista di candidati nell’Archivio Exoplanet della NASA (ospitato da NExScI) in attesa di conferma. “Abbiamo davvero bisogno che l’intera comunità colla- bori se vogliamo massi- mizzare i nostri inve- stimenti in queste mis- sioni che stanno sfor- nando candidati eso- pianeti” , ha affermato Aurora Kesseli, vicedi- rettrice scientifica del- l’Archivio Exoplanet della NASA presso l’IPAC. “Gran parte di ciò che fac- ciamo al NExScI è sviluppare stru- menti che aiutino la comunità a trasformare i pianeti candidati in pianeti confermati.” Il tasso di scoperte di esopianeti è accelerato negli ultimi anni (il data- base ha raggiunto i 5000 esopianeti confermati solo tre anni fa) e questa tendenza sembra destinata a conti- nuare. Kesseli e i suoi colleghi pre- vedono di ricevere migliaia di altri candidati esopianeti dalla missione Gaia dell’ESA, che individua pianeti attraverso una tecnica chiamata a- strometria, e dal telescopio spaziale Nancy Grace Roman della NASA, che scoprirà migliaia di nuovi esopianeti scienziati hanno biso- gno di strumenti mi- gliori per bloccare il bagliore della stella at- torno alla quale orbita un pianeta. E nel caso di un pianeta simile alla Terra, il bagliore sa- rebbe significativo: il Sole è circa 10 miliardi di volte più luminoso della Terra, il che sa- rebbe più che suffi- ciente a coprire la luce del nostro pianeta na- tale se visto da un os- servatore distante. La NASA ha due inizia- tive principali per cer- care di superare questo ostacolo. Il Roman tra- sporterà uno strumento dimostrativo tecnolo- gico chiamato Roman Coronagraph, che te- sterà nuove tecnologie per bloccare la luce stel- lare e rendere visibili i pianeti deboli. Al massimo delle sue prestazioni, il corono- grafo dovrebbe essere in grado di riprendere direttamente un pia- neta delle dimensioni e della tempe- ratura di Giove in orbita attorno a una stella simile al nostro Sole, e a una distanza simile da quella stella. Con la sua survey microlensing e le osservazioni coronografiche, Roman rivelerà nuovi dettagli sulla diversità dei sistemi planetari, mostrando quanto sistemi solari come il nostro possano essere comuni in tutta la galassia. Saranno necessari ulteriori progressi nella tecnologia dei coro- nografi per costruirne uno in grado di rilevare un pianeta come la Terra. La NASA sta lavorando a un pro- getto per una missione di questo tipo, attualmente denominato Habi- table Worlds Observatory. ! M ichel Mayor (a sinistra) e Didier Queloz hanno lavorato insieme per scoprire il pianeta 51 Pegasi b nel 1995, il primo ad essere sco- perto in orbita attorno a una stella simile al Sole. Grazie a questa sco- perta, i due ricercatori hanno vinto il Premio Nobel per la Fisica 2019. principalmente attraverso una tec- nica chiamata microlente gravitazio- nale. Alla NASA, il futuro della scienza degli esopianeti si concentrerà sulla ricerca di pianeti rocciosi simili alla Terra e sullo studio delle loro atmo- sfere alla ricerca di firme biologiche, ovvero qualsiasi caratteristica, ele- mento, molecola, sostanza che pos- sa essere utilizzata come prova di vita passata o presente. Il telescopio spaziale Webb ha già analizzato la chimica di oltre 100 atmosfere di esopianeti. Ma studiare le atmosfere di pianeti delle dimensioni e della temperatura della Terra richiederà nuove tecnologie. In particolare, gli ASTROFILO l’

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