l'Astrofilo novembre-dicembre 2025

18 NOVEMBRE-DICEMBRE 2025 ASTRO PUBLISHING cedere attraverso un disco relati- vamente stabile attorno alla stella, come previsto nei modelli teorici di formazione stellare noti come accre- scimento del nucleo” , ha detto Tan. “Una volta trovata una stella massic- cia che lancia questi getti, ci siamo resi conto che potevamo usare le os- servazioni di Webb per testare le teorie sulla formazione stellare mas- siccia. Abbiamo sviluppato nuovi mo- delli teorici di accrescimento del nucleo che si adatta- vano ai dati, in- dicando che tipo di stella si trova al centro. Questi modelli implicano che la stella abbia una massa circa 10 volte quella del Sole e che sia ancora in crescita, alimentando il flusso di materia.” Per oltre 30 anni, gli astronomi hanno discusso su come si formano le stelle massicce. Alcuni pensano che una stella massiccia richieda un pro- cesso molto caotico, chiamato accre- scimento competitivo. Nel modello di accrescimento competitivo, il ma- teriale cade da molte direzioni di- verse, cosicché l’orientamento del disco cambia nel tempo. Il deflusso viene lanciato perpendicolarmente, sopra e sotto il disco, e quindi sem- brerebbe anche ruotare e rigirarsi in direzioni diverse. “Tuttavia, quello che abbiamo visto qui, poiché ab- biamo l’intera storia, è che i lati op- posti dei getti sono distanti quasi 180 gradi l’uno dall’altro. Questo ci dice che il disco centrale è mantenuto sta- bile e convalida una previsione del- la teoria dell’accrescimento del nu- cleo” , ha affermato Tan. Dove c’è una stella massiccia, potrebbero es- sercene altre in questa frontiera e- sterna della Via Lattea. Altre stelle massicce potrebbero non aver ancora raggiunto la fase di emissione dei de- flussi. I dati dell’Atacama Large Mil- limeter Array in Cile, presentati an- ch’essi in questo studio, hanno indi- viduato un altro nucleo stellare den- so che potrebbe trovarsi in una fase di formazione precedente. I mmagine composita a colori della regione Sh2-284, ottenuta combinando im- magini Herschel a 250 µ m (blu), 350 µ m (verde) e 500 µ m (rosso). I rettangoli o cerchi colorati indicano il campo visivo (FOV) delle osservazioni da diverse strut- ture, tra cui ALMA, JWST, HST, Gemini e Chandra. Per Chandra è mostrato anche il FOV di un programma di osservazione d’archivio mirato all’ammasso Dolidze 25 (rettangolo tratteggiato; M. G. Guarcello et al. 2021). [ApJ, Y. Cheng et al.] Q uesto video mostra le di- mensioni relative di due diversi getti protostellari ripresi da Webb. La prima immagine mostra un getto protostel- lare estremamente grande situato in Sh2-284, a 15000 anni luce dalla Terra. I deflussi dalla mas- siccia protostella centrale, che pesa 10 volte il nostro Sole, si estendono per circa 8 anni luce. Per confronto, un getto ripreso da Webb nella vicina regione di forma- zione stellare di piccola massa di Rho Ophiuchi è lungo appena un anno luce. [NASA, ESA, CSA, STScI, Yu Cheng (NAOJ); Animation: Joseph DePasquale (STScI)] mazione delle stelle massicce in am- bienti a bassa metallicità, così pos- siamo usare questa stella massiccia come laboratorio per studiare cosa è successo nella storia cosmica pre- cedente” , ha detto Cheng. I getti stellari, alimentati dall’ener- gia gravitazionale rilasciata man ma- no che una stella aumenta di massa, codificano la storia della formazione della protostella. “Le nuove immagini di Webb ci di- cono che la formazione di stelle mas- sicce in tali ambienti potrebbe pro- ASTROFILO l’ !

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