l'Astrofilo settembre-ottobre 2025
36 SETTEMBRE-OTTOBRE 2025 Q ueste immagini illustrano come il gas caldo si condensa in minerali solidi attorno alla stella neonata HOPS-315. L’immagine a sinistra è stata realizzata con l’Atacama Large Millimeter/ submillimeter Array (ALMA), di cui l’ESO è partner. Due inserti mostrano le rappresentazioni ar- tistiche di molecole di monossido di silicio che si condensano in silicati solidi. [ESO/L. Calçada/ ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/M. McClure et al.] Q uesta immagine mostra getti di monossido di silicio (SiO) che si allontanano dalla stella neonata HOPS-315. L’immagine è stata ottenuta con l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), di cui l’ESO è partner. Il getto blu si sta muovendo verso di noi, mentre quello rosso si sta allontanando. Le osser- vazioni effettuate con il James Webb Space Telescope (JWST) mostrano tracce di SiO che si muove a circa 10 km/s. I getti di SiO osservati in questa immagine di ALMA si muovono però a una velocità circa 10 volte superiore. Ciò significa che il SiO che si muove lentamente deve trovarsi in una piccola area attorno alla stella, all’incirca delle dimensioni della fascia degli asteroidi attorno al nostro Sole, troppo piccola per essere visibile in questa immagine. Inoltre, l’abbondanza di SiO gassosa misurata nel getto osservato con ALMA è inferiore al previsto. Poi- ché la composizione del getto dovrebbe essere simile a quella del disco da cui emerge, ciò significa che parte del SiO gassoso nel disco si sta condensando in materiale solido. [ALMA(ESO/NAOJ/NRAO)/M. McClure et al.] l’Atacama Large Millimeter/submilli- meter Array, gestito dall’ESO in- sieme con i partner internazionali nel deserto di Atacama, in Cile. Uti- lizzando questi dati, il gruppo ha de- torno alla stella neonata, così come all’interno di quei minerali cristallini, suggerendo che sta appena ini- ziando a solidificarsi. “Questo pro- cesso non è mai stato osservato pri- ma in un disco protoplanetario, né in alcun luogo al di fuori del sistema solare” , afferma il coautore Edwin Bergin, professore presso l’Univer- sità del Michigan, USA. Questi mine- rali sono stati identificati per la prima volta grazie al telescopio spa- ziale James Webb, un progetto con- giunto delle agenzie spaziali statu- nitense, europea e canadese. Per scoprire esattamente da dove prove- nissero i segnali, il gruppo di lavoro ha osservato il sistema con ALMA, terminato che i segnali chimici pro- venivano da una piccola regione del disco intorno alla stella, equivalente all’orbita della fascia degli asteroidi intorno al Sole. “Stiamo osservando i minerali in questo sistema extra- solare proprio nella stessa posizione in cui li vediamo negli asteroidi del sistema solare” , dice il coautore Lo- gan Francis, ricercatore post-dotto- rato presso l’Università di Leida. Per questo motivo, il disco di HOPS- 315 rappresenta un meraviglioso analogo per studiare la nostra storia cosmica. Con le parole di van ‘t Hoff, “questo sistema è uno dei migliori che conosciamo per indagare pro- prio alcuni dei processi avvenuti nel sistema solare” . Offre inoltre agli astronomi una nuova opportunità per studiare le prime fasi di forma- zione dei pianeti, rappresentando l’equivalente dei sistemi solari ap- pena nati in un qualunque punto della galassia. Elizabeth Humphreys, astronoma dell’ESO e responsabile del pro- gramma ALMA europeo, che non ha partecipato allo studio, conclude: “Sono rimasta davvero colpita da questo studio, che rivela una fase molto precoce della formazione pla- netaria. Suggerisce che HOPS-315 può essere utilizzato per compren- dere come si è formato il sistema so- lare. Questo risultato evidenzia la forza combinata di JWST e ALMA nell’esplorazione dei dischi proto- planetari” . ! ASTROFILO l’
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