l'Astrofilo settembre-ottobre 2025

33 ASTRO PUBLISHING zione sparsa. In radioastronomia, le immagini vengono comunemente rese sulla base di un presupposto specifico per compensare i dati di osservazione mancanti. Il metodo di imaging impiegato questa volta ricostruisce sulla base di un’ipotesi più accurata rispetto all’approccio convenzionale, produ- cendo immagini a risoluzione più elevata pur utilizzando gli stessi dati di osservazione. In questo studio è stato utilizzato PRIISM (Python mo- dule for Radio Interferometry Ima- ging with Sparse Modeling), il software pubblico sviluppato da un team giapponese. Il team di ricerca ha utilizzato questa nuova tecnica di imaging sui dati di archivio di ALMA, prendendo di mira 78 dischi nella regione di formazione stellare di Ofiuco, situata a 460 anni luce dal sistema solare. Come conseguenza, oltre la metà delle immagini pro- dotte in questo studio ha raggiunto una risoluzione oltre tre volte supe- riore a quella del metodo conven- zionale, paragonabile a quella dei progetti DSHARP ed eDisk. Inoltre, il numero totale di campioni in que- sto studio è quasi quattro volte maggiore rispetto a quello dei due progetti precedenti, migliorando si- gnificativamente la robustezza del- l’analisi statistica. Tra i 78 dischi analizzati, 27 hanno ri- velato strutture ad anello o a spirale, 15 dei quali sono stati identificati per la prima volta in questo studio. I ricercatori hanno combinato il cam- pione di Ofiuco con quello del pro- getto eDisk per condurre un’analisi statistica, scoprendo che le caratte- ristiche sottostrutture del disco emergono in dischi con raggi supe- riori a 30 unità astronomiche (UA) durante le fasi iniziali della forma- zione stellare, appena poche centi- naia di migliaia di anni dopo la nascita di una stella. Ciò suggerisce che i pianeti inizino a formarsi in una fase molto precedente a quanto finora creduto, quando il disco pos- siede ancora abbondanti gas e pol- veri. In altre parole, i pianeti cre- scono insieme alle loro giovanissime stelle ospiti. Come afferma Ayumu Shosh: “Questi risultati, che colma- no il divario tra i progetti eDisk e DSHARP, sono stati resi possibili dal- l’imaging innovativo che consente sia di raggiungere un’alta risolu- zione sia di ottenere un gran nu- mero di campioni. Sebbene questi risultati riguardino solo i dischi nella costellazione di Ofiuco, studi futuri su altre regioni di formazione stel- lare riveleranno se questa tendenza sia universale ”. !

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