l'Astrofilo luglio-agosto 2025
15 LUGLIO-AGOSTO 2025 ASTRO PUBLISHING la prima volta che siamo stati in gra- do di confermarli nella luce infraros- sa. È emozionante vederlo, perché c’è ancora molto che non sappiamo sulla formazione stellare, soprattutto nella Central Molecular Zone, ed è così im- portante per il funzionamento del- l’universo” , ha detto Crowe. L’immagine di Sagittarius C presa da Webb nel 2023 mostrava decine di fi- lamenti distintivi in una regione di plasma di idrogeno caldo che cir- conda la principale nube di forma- zione stellare. Nuove analisi di Bally e del suo team hanno portato a ipo- tizzare che i filamenti siano model- lati dai campi magnetici che sono stati osservati in passato anche dagli osservatori terrestri ALMA e Meer- KAT (ex Karoo Array Telescope). “Il moto vorticoso del gas nelle estreme forze mareali del buco nero super- massiccio della Via Lattea, Sagittarius A*, può allungare e amplificare i campi magnetici circostanti. Questi campi, a loro volta, stanno model- lando il plasma in Sagittarius C” , ha affermato Bally. I ricercatori ritengono che le forze magnetiche nel centro galattico pos- sano essere abbastanza intense da impedire al plasma di espandersi, confinandolo invece nei filamenti concentrati visibili nell’immagine del telescopio Webb. Questi in- tensi campi magnetici potreb- bero anche resistere alla gra- vità che tipicamente cause- rebbe il collasso di dense nubi di gas e polvere e la forma- zione di stelle, il che spiega il tasso di formazione stellare in- feriore al previsto di Sagitta- rius C. “Questo è un ambito entusiasmante per la ricerca futura, poiché l’influenza dei forti campi magnetici, al cen- tro della nostra galassia o di altre galassie, sull’ecologia stellare non è stata ancora pienamente considerata” , ha concluso Crowe. N ella pagina precedente: annotazioni, frecce direzionali e barre di scala forni- scono il contesto per queste immagini del MeerKAT e di Webb. La regione di formazione stellare Sagittarius C, catturata da Webb, si trova a circa 200 anni luce dal buco nero supermassiccio centrale della Via Lattea, Sagittarius A*. Le enormi strutture filamentose verticali nei dati radio di MeerKAT riecheggiano quelle catturate da Webb su scala più piccola, nell’infrarosso, in una nube blu-verde di idrogeno. Gli astronomi ritengono che i forti campi magnetici nel cuore della galassia stiano modellando i filamenti. L’indice spettrale in basso a sinistra mo- stra come il colore è stato assegnato ai dati radio per creare l’immagine. Sul lato negativo, c’è un’emissione non termica, stimolata dagli elettroni che spiraleg- giano attorno alle linee del campo magnetico. Sul lato positivo, l’emissione ter- mica proviene da plasma caldo e ionizzato. Per Webb, il colore viene assegnato spostando lo spettro infrarosso verso i colori della luce visibile. Le lunghezze d’onda infrarosse più corte sono più blu, mentre quelle più lunghe appaiono più rosse. [NASA, ESA, CSA, STScI, SARAO, Samuel Crowe (UVA), John Bally (CU), Ruben Fedriani (IAA-CSIC), Ian Heywood (Oxford)] l’infrarosso di Webb offrono l’oppor- tunità di basarsi su precedenti osser- vazioni di telescopi terrestri come ALMA e MeerKAT” , ha affermato Sa- muel Crowe, altro ricercatore princi- pale del nuovo lavoro, studente uni- versitario senior presso l’Università della Virginia e vincitore di una borsa di studio Rhodes del 2025. Bally e Crowe hanno entrambi coordinato un articolo pubblicato su The Astro- physical Journal . Nell’ammasso più luminoso di Sagit- tarius C, i ricercatori hanno confer- mato la scoperta preliminare del- l’Atacama Large Millimeter Array (ALMA), secondo cui due stelle mas- sicce si stanno formando lì. Includen- do i dati nell’infrarosso del te- lescopio spaziale Spitzer e del- la missione SOFIA (Stratosphe- ric Observatory for Infrared Astronomy), nonché dell’Her- schel Space Observatory, i ri- cercatori hanno utilizzato Webb per determinare che ciascuna delle protostelle ha già una massa superiore a 20 volte quella del Sole. Webb ha anche rivelato i brillanti de- flussi alimentati da ciascuna protostella. Ancora più difficile è trovare protostelle di piccola massa, avvolte in bozzoli di polvere cosmica. I ricercatori hanno I l radiotelescopio MeerKAT è uno dei più grandi pro- getti infrastrutturali scientifici del Sudafrica. È compo- sto da 64 parabole, ciascuna del diametro di 13,5 m, ed è un precursore del progetto Square Kilometre Array (SKA). [South African Radio Astronomy Observatory] confrontato i dati di Webb con le precedenti osservazioni di ALMA per identificare cinque probabili candi- date protostelle di piccola massa. Il team ha anche identificato 88 strut- ture che sembrano essere idrogeno gassoso sottoposto a shock, dove il materiale espulso in getti da stelle giovani impatta sul gas circostante. L’analisi di queste strutture ha por- tato alla scoperta di una nuova nube di formazione stellare, distinta dalla nube principale di Sagittarius C, che ospita almeno due protostelle che alimentano i propri getti. “I deflussi provenienti dalle stelle in formazione in Sagittarius C sono stati intravisti in precedenti osservazioni, ma questa è ASTROFILO l’ !
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