l'Astrofilo luglio-agosto 2016

CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ da buchi neri con massa da dieci a cento volte maggiore di quella del Sole, quelli attesi dal collasso di stelle molto massicce. I semi di buchi neri crescerebbero poi fondendosi con altri piccoli buchi neri e attraendo gas dai loro dintorni. Tuttavia, dovreb- bero essere cresciuti a un ritmo inso- litamente alto per raggiungere la massa dei buchi neri supermassicci scoperti già nell'universo di un mi- liardo di anni. La nuova scoperta supporta un altro scenario, nel quale almeno alcuni semi di buchi neri molto massicci, con 100000 masse solari, si formarono di- rettamente dal collasso di una massic- cia nube di gas. In questo caso la crescita dei buchi neri avrebbe fatto un balzo iniziale e sarebbe conti- nuata più velocemente. I semi di buchi neri creati attraverso il collasso di una massiccia nube di gas aggirano qualunque altra fase intermedia, co- Q uesta im- magine mostra più chiaramente il seme di buco nero super- massiccio OBJ29323, come visto dal telescopio spaziale Chandra. Le proprietà dei dati in banda X riscontrano quelli previsti dai modelli prodotti dal team di ri- cerca italiano. [NASA/CXC/Sc uola Normale Superiore/ Pacucci] Q uesta immagine “mostra” uno dei due semi di buco nero supermassiccio rilevato, OBJ29323, come visto dal telescopio spaziale Hubble. [NASA/STScI/ESA] coli e crescere a ritmi velocissimi” . An- drea Grazian, un co-autore dell'Isti- tuto Nazionale di Astrofisica, spiega: “I semi di buchi neri sono estrema- mente difficili da trovare, e confer- mare il loro rilevamento è altrettanto difficile. Tuttavia, riteniamo che la no- stra ricerca abbia scoperto i due mi- gliori candidati, finora” . Sebbene en- trambi i candidati di semi di buchi neri riscontrino le previsioni teoriche, sono necessarie ulteriori osservazioni per confermare la loro reale natura. Per distinguere pienamente tra le due teorie sulla formazione, sarà anche necessario trovare ulteriori candidati. Il team ha pianificato di condurre osservazioni di verifica nei raggi X e nella banda infrarossa per controllare se i due oggetti hanno più proprietà fra quelle attese per i semi di buchi neri. I prossimi osservatori, come il James Webb Space Telescope (NASA/ESA/CSA) e l'European Extre- mely Large Telescope, segneranno certamente un passo avanti in questo campo, individuando buchi neri anche più piccoli e più distanti. me la forma- zione e la suc- cessiva distru- zione di una stella massic- cia. “Ci sono molte discus- sioni su quale percorso que- sti buchi neri prendono” , ha detto il co- autore An- drea Ferrara, a n c h ' e g l i della Scuola Normale Su- periore. “Il nostro la- voro suggeri- sce che stiamo convergendo su una risposta, nella quale i buchi neri sono nati grandi e sono cresciuti a un ritmo normale, piuttosto che partire da pic- n

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