l'Astrofilo maggio-giugno 2025
50 MAGGIO-GIUGNO 2025 ASTRO PUBLISHING su come i quasar radio-luminosi simili a J1601+3102 differiscano dagli altri quasar. Non sono ancora chiare le cir- costanze necessarie per creare getti radio così potenti, e nemmeno sap- piamo quando si sono formati i pri- mi getti radio nell’universo. Grazie alla potenza collaborativa di Gemini North, LOFAR e Hobby Eberly Tele- scope, siamo un passo più vicini alla comprensione dell’enigmatico uni- verso primordiale. U tilizzando una combinazione di telescopi, gli astronomi hanno scoperto il più grande getto radio mai trovato nell’uni- verso primordiale. Il getto è stato identificato per la prima volta utilizzando il telescopio internazionale Low Frequency Array (LOFAR), una rete di radiotelescopi europea. Sono state ottenute osservazioni di follow-up nel vicino infrarosso con il Gemini Near-Infrared Spectrograph (GNIRS) e nell’ottico con l’Hobby Eberly Telescope, per tratteggiare un quadro com- pleto del getto radio e del quasar che lo produce. GNIRS è montato sul telescopio Gemini North, gestito da NSF NOIRLab. L’immagine ottica qui mostrata proviene dalla DECam Legacy Survey (DECaLS), una delle tre survey che hanno ripreso con- giuntamente 14000 gradi quadrati di cielo, per fornire target alla Dark Energy Spectroscopic Instrument (DESI) Survey in corso. [LOFAR/DECaLS/DESI Legacy Imaging Surveys/LBNL/DOE/CTIO/NOIRLab/NSF/AURA/F. Sweijen (Durham University). Image processing: M. Zamani (NSF NOIRLab)] ! dalla Terra, sebbene sia davvero lon- tano” , afferma Gloudemans. “Que- sto oggetto mostra che cosa possia- mo scoprire combinando la potenza di più telescopi che operano a di- verse lunghezze d’onda.” “Quando abbiamo iniziato a osser- vare questo oggetto, ci aspettavamo che il getto meridionale fosse solo una sorgente vicina non correlata e che la maggior parte di essa fosse pic- cola. Ciò ha reso piuttosto sorpren- dente il fatto che l’immagine LOFAR abbia rivelato grandi strutture radio dettagliate” , aggiunge Frits Sweijen, ricercatore associato post-dottorato presso la Durham University e coau- tore dell’articolo scientifico. “La na- tura di questa sorgente distante ren- de difficile rilevarla a frequenze radio più elevate, dimostrando la potenza di LOFAR da sola e le sue sinergie con altri strumenti.” Gli scienziati hanno ancora una moltitudine di domande ASTROFILO l’
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