l'Astrofilo maggio-giugno 2019

MAGGIO-GIUGNO 2019 ASTROFILO l’ Sebbene i telescopi non siano fisica- mente collegati, sono in grado di sin- cronizzare i loro dati registrati con orologi atomici (maser di idrogeno) che segnano esattamente il tempo delle osservazioni. Queste osserva- zioni sono state raccolte a una lun- ghezza d’onda di 1,3 mm durante una campagna globale del 2017. Ogni telescopio dell’EHT ha prodotto enormi quantità di dati (circa 350 te- rabyte al giorno) che sono stati archi- viati su dischi rigidi ad alte presta- zioni in atmosfera di elio. Questi dati sono stati trasferiti in supercomputer altamente specializzati (noti come correlatori) al Max Planck Institute for Radio Astronomy e al MIT Hay- stack Observatory per essere combi- nati. Sono stati poi faticosamente convertiti in un’immagine utilizzan- do nuovi strumenti computazionali sviluppati dalla collaborazione. “Abbiamo catturato la prima imma- gine di un buco nero” , ha commen- tato il direttore del progetto EHT Sheperd S. Doeleman del Center for Astrophysics di Harvard & Smithso- nian. “Questa è una straordinaria im- Q uesta rappresentazione artistica raffigura un buco nero supermassiccio in rapida rotazione, circondato da un disco di accrescimento. Il sottile disco di materiale rotante è composto dai resti di una stella simile al Sole che è stata squarciata dalle forze mareali del buco nero. Sono indicate le principali strut- ture che caratterizzano questo oggetto affascinante. [ESO] presa scientifica realizzata da una squadra di oltre 200 ricercatori.” I buchi neri sono straordinari oggetti cosmici con enormi masse ma di- mensioni relativamente compatte. La loro presenza influenza il loro am- biente in modi estremi, deformando lo spazio-tempo e surriscaldando la materia circostante. “Se è immerso in una regione bril- lante, come un disco di gas incande- scente, ci aspettiamo che un buco nero crei una regione scura simile a un’ombra; ciò è previsto dalla relati- vità generale di Einstein, ma non l’abbiamo mai visto prima” , ha spie- gato il presidente del Consiglio scien- tifico dell’EHT Heino Falcke della Radboud University, Paesi Bassi. “Questa ombra, causata dalla devia- zione gravitazionale e dalla cattura della luce dall’orizzonte degli eventi, ci può rivelare informazioni utili sulla natura di questi oggetti affascinanti e ci ha permesso di misurare l’enor- me massa del buco nero di M87.” Numerose tecniche di calibrazione e di produzione delle immagini hanno rivelato una struttura ad anello con una regione centrale scura (l’ombra del buco nero) un risultato persi- stente su più osservazioni EHT indi- pendenti. “Quando siamo stati sicuri di aver catturato l’ombra, abbiamo potuto confrontare i nostri risultati con una vasta libreria di modelli a computer che includono la fisica dello spazio deformato, della materia super-ri- scaldata e dei campi magnetici molto intensi. Molte caratteristiche dell’im- magine osservata corrispondono nel dettaglio alle nostre ipotesi teori- che” , osserva Paul T.P. Ho, membro del consiglio di amministrazione di EHT e direttore dell’Osservatorio del-

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