l'Astrofilo maggio-giugno 2015

CORPI MINORI ASTROFILO l’ una settimana senza tuttavia produrre l'esit- o sperato. A onor del vero, le probabilità di successo erano molto esigue, perché con la cometa a circa 300 milioni di km dal Sole dif- ficilmente la temperatura del lander poteva essere al di sopra di quei -45°C necessari al suo risveglio; così come sono necessari al- meno 5 watt di potenza (per ottenere un col- legamento radio stabile, di watt ne servono invece almeno 19). Quello di marzo è stato insomma un tentativo piuttosto velleitario. Un secondo tentativo di comunicare con Phi- lae è stato avviato l'11 aprile ed è tuttora in atto, con Rosetta che periodicamente si met- te in ascolto di eventuali segnali provenien- ti dall'area di 50×30 metri entro la quale si ritiene sia finito Philae. Il periodo più propizio per ristabilire una connessione sarà maggio-giugno, anche per- ché nei mesi successivi la cometa raggiun- gerà la sua massima attività superficiale e Philae potrebbe essere messo definitiva- mente fuori uso da getti di gas e polveri. Un assaggio di quanto può accadergli lo ha spe- rimentato la stessa Rosetta a fine marzo, quando sfrecciando a soli 14 km di quota ha investito un denso flusso di materiale eiet- tato dal sottosuolo, subendo un inatteso fre- namento a causa dell'attrito sui pannelli solari. Le conseguenze peggiori le ha comun- n I mmagine in falsi colori, ripresa il 21 agosto 2014 da 70 km di distanza, che mostra una regione smussata denomi- nata Hapi, che con- nette i due grandi lobi di cui è costi- tuita la cometa. Le differenze di riflet- tività sono state en- fatizzate con tonalità blu, che po- trebbero indicare ri- serve di ghiaccio d’acqua. [ESA/Ro- setta/MPS for OSI- RIS Team MPS/UPD/ LAM/IAA/SSO/INTA/ UPM/DASP/IDA] A sinistra, dettagli di quella regione presi 2 mesi dopo da 10 km di di- stanza. [ESA/Ro- setta/NavCam – CC BY-SA IGO 3.0] que subite il sistema di navigazione a pun- tamento stellare, che scambiando per stelle numerose particelle brillanti di materiale co- metario ha fatto perdere l'orientamento alla sonda. Le antenne per le telecomu- nicazioni hanno di conseguenza ini- ziato a puntare in direzioni errate, mettendo a rischio il prosieguo del- la missione. Dopo parecchie ore di connessioni discontinue o assenti, Rosetta è entrata in safe mode, spe- gnendo tutti gli strumenti. Fortunatamente, quando la sonda ha raggiunto i 75 km di distanza dalla cometa, gli star trackers han- no ripreso a funzionare corretta- mente e hanno permesso il ripri- stino del giusto allineamento con la Terra. I tecnici hanno a quel punto prudentemente portato Rosetta a una quota di 400 km, confidando di poterla gradualmente riportare a meno di 100 km dalla superficie senza correre ulteriori rischi, che impedirebbero di assistere all'au- spicabile risveglio di Philae.

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