l'Astrofilo gennaio-febbraio 2026
6 GENNAIO-FEBBRAIO 2026 ASTRO PUBLISHING mente deboli, le osservazioni dettagliate sono state storica- mente limitate e le prime in- dagini suggerivano che oltre il 70% di esse fossero stelle sin- gole. I recenti progressi nelle tecniche di osservazione han- no rivelato che la realtà po- trebbe essere diversa: la fre- quenza di compagne stellari e substellari di piccola massa, come le nane brune, potrebbe essere stata significativamente sottostimata. Comprendere la frequenza con cui ricorrono queste compagne (e la loro di- stribuzione di massa) è essen- ziale per distinguere le somi- glianze e le differenze tra la forma- zione dei pianeti e la formazione delle stelle. La chiave di questa sco- perta è stato un triplice approccio osservativo che ha incluso l’Osserva- torio Keck, il Telescopio Subaru e la Missione Gaia: (1) le misurazioni della velocità radiale dal monitorag- gio spettroscopico infrarosso a lun- go termine con l’InfraRed Doppler (IRD) di Subaru hanno tracciato la ciato minuscoli cambiamenti nella posizione della stella nel cielo per rivelare ulteriormen- te l’attrazione gravitazionale della stella compagna. Inte- grando questi set di dati e ap- plicando le leggi di Keplero, il team è stato in grado di deter- minare la massa dinamica e i parametri orbitali di J1446B con una precisione senza pre- cedenti. “Il contributo fonda- mentale di Keck è stato quello di ottenere immagini dirette di questa compagna nana bru- na, che ha portato alla carat- terizzazione dell’orbita del- l’oggetto e di proprietà fisiche come massa e temperatura” , ha af- fermato Charles Beichman, Diretto- re Esecutivo del NASA Exoplanet Science Institute (NExScI) presso il Caltech e coautore dello studio. La scoperta di J1446B fornisce un punto di riferimento fondamentale per te- stare gli scenari di formazione delle nane brune e i modelli atmosferici. Combinando le future Gaia Data Re- leases e i dati spettroscopici avanzati ottenuti da osservazioni di follow- up con nuova strumentazione, come l’HISPEC (High-resolution Infrared Spectrograph for Exoplanet Charac- terization) del Keck Observatory, i ri- cercatori potrebbero mappare i mo- delli meteorologici, compiendo un passo avanti verso la comprensione della formazione e dell’evoluzione dei pianeti. Forse, persino, guidan- doci verso un pianeta simile al no- stro. Beichman ha aggiunto: “Sor- prendentemente, due immagini del Keck hanno mostrato una variabilità nella luminosità della nana bruna, suggerendo l’esistenza di nubi e fe- nomeni meteorologici! Questo ap- proccio combinato diventerà sempre più efficace, arrivando a compren- dere anche i pianeti giganti gassosi come il nostro Giove, man mano che la nuova strumentazione del Keck entrerà in funzione”. I mmagine in- frarossa della compagna nana bruna J1446B (indi- cata dalla frec- cia). La stella madre (J1446) è mascherata in bianco durante l’elaborazione dell’immagine. La barra bianca in basso a de- stra corrisponde a una distanza angolare equivalente a 10 unità astronomiche (approssimativamente la di- stanza tra Saturno e il Sole). [Taichi Uyama (Astrobio- logy Center/CSUN) / W. M. Keck Observatory] M odello orbitale di J1446B. A sinistra: l’orbita proiettata dedotta dall’immagine diretta del W. M. Keck Observatory (punto blu in alto a destra) e l’accele- razione del moto della stella madre misurata da Gaia (freccia rossa). Gli assi mostrano l’ascensione retta e la declinazione in secondi d’arco. La curva nera rappresenta l’orbita più probabile, mentre le curve colorate indicano altre pos- sibili orbite; il colore corrisponde alla massa stimata di J1446B (scala di colori mostrata sulla destra). A destra: variazioni della velocità radiale della stella ospite misurate dall’IRD (punti rossi), insieme a soluzioni orbitali simulate codi- ficate a colori in base alla massa della compagna. Il pannello inferiore mostra i residui dell’adattamento. [Qier An (UCSB) / Uyama et al. (2025)] ! sottile oscillazione della stella ma- dre, causata dalla loro reciproca at- trazione gravitazionale; (2) le imma- gini ad alta risoluzione nel vicino in- frarosso dall’ottica adattiva all’avan- guardia dell’Osservatorio Keck sulla sua telecamera nel vicino infrarosso (NIRC2) hanno permesso la rileva- zione diretta della compagna a una distanza molto piccola dalla sua stel- la madre; (3) la missione Gaia ha trac- ASTROFILO l’
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