l'Astrofilo gennaio-febbraio 2026

13 ASTRO PUBLISHING La sua rilevazione è stata resa possi- bile dal metodo di imaging gravita- zionale, che mappa con precisione il modo in cui la luce proveniente da sorgenti di fondo viene deviata da una massa altrimenti invisibile. La concentrazione di massa, indicata con “V” nello studio, racchiude 1,13 miliardi di masse solari entro un rag- gio di 80 parsec. Si tratta di un li- vello di precisione e distanza mai raggiunto prima per oggetti così piccoli e deboli. “Trovare addensa- menti di materia oscura come que- sto è una prova fondamentale per la nostra comprensione di come si formano le galassie” , ha affermato il Dott. Devon Powell (Max Planck Institute for Astrophysics), autore principale del relativo articolo su Nature Astronomy . “La scoperta si adatta perfettamente al numero di oggetti oscuri che ci aspettavamo di trovare, ma ogni nuova rilevazione contribuisce ad affinare o mettere in discussione le nostre teorie.” Per raggiungere questo obiettivo, il team ha sviluppato algoritmi com- putazionali avanzati e ha sfruttato supercomputer per elaborare e mo- dellare vasti set di dati. “Ci aspet- tiamo che ogni galassia, compresa la nostra Via Lattea, sia piena di ad- densamenti di materia oscura, ma trovarli e convincere la comunità scientifica della loro esistenza ri- chiede un notevole lavoro di ana- lisi” , ha affermato la Dott.ssa Si- mona Vegetti (Max Planck Institute for Astrophysics). Il loro approccio permetterà agli astronomi di son- dare la struttura della materia oscu- ra nel tempo cosmico, aprendo la strada alla scoperta di altri oggetti simili e verificando se le attuali teo- rie sulla formazione delle galassie siano valide. Le osservazioni eviden- ziano ulteriormente la potenza del- l’unione di radiotelescopi in tutto il mondo per superare i limiti della sensibilità e della risoluzione ango- lare. L’NSF GBT e l’NSF VLBA, en- trambi gestiti dall’NSF NRAO in base a un accordo di cooperazione con Associated Universities, Inc., hanno svolto un ruolo cruciale in questa scoperta storica. Mentre il team con- tinua a studiare ulteriori sistemi di lenti gravitazionali, qualsiasi sco- perta futura contribuirà a determi- nare se l’abbondanza e la natura di questi oggetti oscuri siano coerenti con le teorie fondamentali che go- vernano il nostro universo. ASTROFILO l’ GENNAIO-FEBBRAIO 2026 l’articolo che presenta la splendida immagine di lente gravitazionale. “Solo una piccola concentrazione di massa (un oggetto scuro altrimenti invisibile) potrebbe spiegare questa anomalia nell’arco di lente gravita- zionale.” L’oggetto appena carat- terizzato non è rilevabile alle lun- ghezze d’onda infrarosse o radio ed è stato trovato a quasi 10 miliardi di anni luce dalla Terra, circa 6,5 mi- liardi di anni dopo il Big Bang. ! L ’anello nero e il pun- to centrale mostra- no un’immagine infrarossa di una galassia distante distorta da una lente gravitazionale. L’arancione/rosso mostra le onde radio pro- venienti dallo stesso oggetto. L’inserto mostra una compressione causata da un’altra lente gravitazionale scura, molto più piccola (macchia bianca). [D. M. Powell, J. P. McKean et al.]

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